Un italiano su tre - spesso, addirittura, uno su due - non vota più.


La fiducia nella politica è ai minimi storici, quella nei partiti lo stesso. Dopo un anno di governo tecnico, le larghe intese si sono riproposte, questa volta senza intermediari, dopo un lungo impasse che, tra le altre cose, ha portato al siluramento di Romano Prodi da parte di 101 ignoti franchi tiratori, e alla rielezione a Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano, fatto inedito per l'Italia.


Gli Italiani sono preoccupati per la crisi economica, per la disoccupazione, per la pressione fiscale troppo alta, per il progressivo peggioramento dei servizi pubblici. Faticano ad arrivare alla famosa quarta settimana del mese, si lamentano della burocrazia asfissiante, e assistono da anni a un dibattito sulle riforme che servirebbero senza registrare, un Governo dopo l'altro, nessuna novità rilevante. Per questi e altri motivi, molti di loro, delusi, non votano più.


Esistono delusi di tutti i tipi: delusi giovani, cui la politica non parla, e delusi anziani. Uomini e donne, famiglie riconosciute e coppie di fatto in attesa - da tempo - di riconoscimento. Impiegati e insegnanti, partite Iva e dipendenti di piccole e media imprese che chiudono con ritmo giornaliero. Ci sono delusi del Pdl e della Lega, delusi del Partito Democratico e della sinistra e - novità - dalle ultime amministrative, a quanto pare, si apprende che esistono anche i delusi del Movimento 5 Stelle.


Che cos'è l'Ufficio Delusi

Questo sito nasce con l'intento di raccogliere la delusione e i commenti di tutti questi, e se possibile qualche proposta: perché sfogarsi è necessario ma non sufficiente, e perché la delusione non si trasformi in definitiva rassegnazione.

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